Collaborazione con l’Associazione Interessi Metropolitani per la pubblicazione Parchi e Fiumi del territorio milanese

 Collaborazione con l’Associazione Interessi Metropolitani per la pubblicazione Parchi e Fiumi del territorio milanese

Informazioni

Tipologia Attività

Ricerca svolta nell’ambito del programma di attività istituzionali per l’anno 2008

Direttore

Franco Sacchi

Gruppo di lavoro

Fabio Bianchini (capo progetto) [staff PIM]

Codice Ricerca

IST_07_08

Data

Settembre 2008


Visto il notevole successo della precedente pubblicazione Il verde a Milano: parchi, giardini, alberate, sistemi verdi della città e del suo territorio dal Cinquecento a oggi (Abitare Segesta, 2007) l’Associazione Interessi Metropolitani ha deciso di allargare lo sguardo sul territorio metropolitano, proponendo uno studio avente come tema le aree protette e i fiumi dell’area milanese.
L’attività è consistita nella collaborazione alla pubblicazione curata dell’Associazione Interessi Metropolitani
Il Centro Studi PIM ha collaborato alla pubblicazione curando, in particolare, la supervisione e la revisione tecnica delle schede dei Parchi Locali di Interesse Sovracomunale (PLIS) e nel supporto alla redazione della cartografia di riferimento.

La pubblicazione si pone l’obiettivo di coinvolgere ecologia, paesaggio, città, natura, inquinamento, tempo libero, infrastrutture, turismo, economia in un ragionamento sui parchi fuori città, che insieme al territorio agricolo, ai fiumi e ai navigli formano i paesaggi naturali e la struttura ecologica e ambientale del territorio.
Se i sei parchi regionali definiscono l’armatura naturalistica del territorio milanese, saldamente fondata sui grandi fiumi e sulla parte più fertile e meno industrializzata della provincia, il fenomeno significativo di questi ultimi decenni è la proliferazione di altre aree protette che stanno occupando gran parte del territorio non ancora urbanizzato. La formula più diffusa è quella dei PLIS (Parchi Locali di Interesse Sovracomunale), uno strumento urbanistico che consente a un gruppo di comuni di collaborare per definire il perimetro di un’area destinata a essere salvaguardata e sviluppata in senso paesaggistico. I PLIS più problematici, raccolti nel capitolo “Nella città diffusa”, si trovano nella parte pianeggiante del nord Milano, costretti tra autostrade, ferrovie e quartieri periferici.
Per la maggior parte si presentano come isole agricole di valore incerto, con residui di architettura rurale dal recupero complicato e con una vocazione tutta da definire. Questi PLIS hanno il compito primario di arrestare quello che gli urbanisti chiamano il “consumo di suolo”, e quindi di sottrarre queste aree a ogni tipo di sviluppo non compatibile con la loro natura agreste. Nascono come semplici isole di salvaguardia in cui incominciano lentamente a manifestarsi segni di attività legate al tempo libero e allo sport. È necessario porsi il problema di come andare oltre il primo passo, importantissimo, della salvaguardia, e immaginare un uso utile e produttivo di questi spazi in accordo con le esigenze del territorio che li circonda. I parchi interclusi nell’urbano sono, apparentemente, i meno pregiati, dal punto di vista ambientale, ma sono anche quelli che hanno maggiori potenzialità di sviluppo perché, essendo più facilmente accessibili, si prestano a diventare luoghi di socialità e di servizi al cittadino, assumendo conformazioni che mescolano elementi provenienti da modelli diversi.
I PLIS costituiscono la struttura portante di una rete di luoghi dove alla tutela delle aree di naturalità e al potenziamento del paesaggio agrario, si accompagnano iniziative e interventi per la fruizione da parte dei cittadini. I PLIS rappresentano, per i Comuni proponenti e per la stessa Provincia, ambiti nei quali convogliare prioritariamente capacità progettuali e concreti interventi volti alla qualificazione degli spazi di contesto delle città che compongono la regione urbana. Nell’ambito provinciale gli spazi naturalistici e agricoli, sempre più frammentati e destrutturati dalla crescente pressione insediativa, oltre che dall’insufficiente coordinamento degli attori e delle funzioni che vi sono ospitate, sono oggetto di grandi aspettative da parte delle popolazioni. Una delle prime strategie può essere quella di attribuire agli spazi naturali e a quelli agricoli la valenza di un insieme coerente e organizzato in rete, in grado di rappresentare uno dei sistemi strutturanti della regione urbana, attraverso un approccio che dovrà risultare allo stesso tempo globale, multiscala e intersettoriale. Il sistema degli spazi aperti può così costituire un’infrastruttura naturale del nord Milano, nella quale i progetti relativi al verde acquistano un ruolo centrale nelle politiche pubbliche. Del parco urbano possono cogliere la vocazione di giardino pubblico, attrezzatura di servizio dedicata al tempo libero, come parchi agricoli, possono diventare la sede per testare nuovi modelli economici e sociali (orti urbani, giardini terapeutici e didattici, iniziative di sperimentazione ecologica), mentre come ambiti protetti, possono ricevere un particolare impulso sotto l’aspetto dell’invenzione di muovi paesaggi, prestandosi ad assumere nuove identità di particolare pregio.

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