Metropoli reale, metropoli possibile. Il Piano strategico metropolitano milanese

 Metropoli reale, metropoli possibile. Il Piano strategico metropolitano milanese

TEMA DEL MESE

di Dario Corvi

La Città metropolitana di Milano si appresta ad approvare il Piano strategico metropolitano, alla cui costruzione il Centro Studi PIM ha contribuito in modo determinante. Prima nel panorama nazionale a raggiungere questo traguardo, in seguito all’istituzionalizzazione dello strumento da parte della legge 56/2014, la Città metropolitana di Milano propone un “approccio sperimentale” al proprio Piano strategico, nella convinzione che quest’ultimo possa rappresentare la prima rilevante opportunità offerta a istituzioni e attori territoriali per dar corpo al cambiamento voluto dalla legge di riforma delle autonomie locali.
La costruzione del processo di pianificazione strategica – e in senso più ampio di avvio della Città metropolitana – ha richiesto un doppio sguardo, che sapesse interpretare la fase attuale, prospettando azioni nel breve periodo, avendo però una visione al futuro, prefigurando ciò che potrebbe essere la Città metropolitana “a regime”. Da qui il titolo “Milano. Metropoli reale, metropoli possibile”, che accosta il necessario stile realistico e pragmatico dovuto all’attuale scenario, a una visione strategica di sviluppo.
Attraverso il Piano strategico si propone un nuovo ruolo per Città metropolitana, intesa come istituzione che cura lo sviluppo strategico del territorio metropolitano, funzionale a riorganizzare una serie di relazioni più ampie, capace di catalizzare risorse e progetti e di semplificare i processi decisionali, con una nuova collocazione nella governance dei processi. Il Piano si propone di lavorare su un doppio binario:

  • a livello locale, immaginando Città metropolitana come Ente di programmazione e come “aggregatore” dei grandi servizi di area metropolitana (a partire da trasporto pubblico, acqua, energia e rifiuti);
  • a livello globale, agendo nelle reti di città.

Il processo di costruzione del Piano, durato 10 mesi, si è fondato su un approccio inclusivo, con un’interazione attiva e continua con i Comuni, riuniti per Zone omogenee, le rappresentanze socio-economiche del territorio, attraverso il “Tavolo metropolitano per lo sviluppo” e gli attori del territorio, attraverso interviste, incontri dedicati e discussioni pubbliche.ppt

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Coerentemente alle strategie di sviluppo delineate nella Mappa delle idee, il Piano strategico individua sei piattaforme progettuali che costituiscono indirizzo per l’azione di Città metropolitana nei prossimi anni, sulle quali si innestano 38 progetti.
Le piattaforme hanno un carattere trasversale, che supera i tradizionali modelli settoriali di organizzazione delle policy, e si propongono come una “base aperta”, sulla quale si possono integrare progettualità attraverso il contributo di una pluralità di soggetti.
In modo complementare, il lavoro svolto nei tavoli territoriali ha fatto emergere, per ciascuna Zona omogenea, una “agenda dal territorio”, che si propone come indirizzo per l’azione dei Comuni, delineandone la vocazione futura. L’agenda è alimentata da una serie di progetti e azioni che i Comuni delle Zone omogenee, lavorando insieme, possono mettere in campo. I progetti più ricorrenti toccano mobilità, semplificazione amministrativa, gestione in forma associata di servizi locali, rigenerazione urbana, parchi e agricoltura, innovazione.
In continuità con le politiche praticate dal Comune di Milano negli ultimi anni, il Piano individua poi un campo di questioni di rilevanza metropolitana che richiedono dialogo, coordinamento e partnership non solo tra Città metropolitana, Comune centrale, Comuni e rispettive agenzie, ma anche tra una varietà di attori di diversa natura e livello.

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Per dare concretezza a tali indirizzi, il Piano individua gli strumenti da utilizzare per organizzare, in una dimensione temporale predefinita, le attività e le risorse necessarie, propone modalità di monitoraggio, rendicontazione e aggiornamento del Piano stesso e, infine, identifica linee da seguire per attivare interazioni con i soggetti pubblici e privati di riferimento.
Infine, il Piano apre lo sguardo alla “metropoli possibile”, nella prospettiva di sviluppo dell’Agenda strategica. Si individuano così alcune prospettive di lavoro di più lungo periodo per Città metropolitana che non esauriscono il campo delle politiche che potranno essere sviluppate, ma vogliono individuare priorità d’azione per il futuro:

  • Metropoli al futuro: tecnologie e saperi, dimensione internazionale e sostenibilità per lo sviluppo;
  • Nord Ovest come campo territoriale della conoscenza: verso la pianificazione territoriale metropolitana;
  • Integrazione tariffaria e hub metropolitani: politiche per un nuovo diritto alla mobilità;
  • Parchi metropolitani e governance degli spazi aperti in una prospettiva di regione urbana;
  • Dopo COP21: nuovi obiettivi per le politiche di sostenibilità ambientale;
  • Integrazione dei grandi servizi di rete di ambito metropolitano.

 

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