Sud Milano. Storia e prospettiva di un territorio

 Sud Milano. Storia e prospettiva di un territorio

Francesca Floridia (a cura di)

Il Poligrafo, Padova 2014

Pubblicato nella collana “Il tempo e le opere” curata da Daniele Vitale, grazie al sostegno di numerosi Enti, il libro si presenta come un volume poderoso (oltre 400 pagine), che contiene contributi di diversi autori provenienti da storie e discipline diverse.
Il libro, prendendo le mosse da un seminario tenuto nel 2008, propone un duplice sguardo punto di vista sul Sud Milano: territoriale e compositivo.
In una prima parte, “Campagne e sistema insediativo”, vengono infatti illustrati i caratteri del Sud Milano, analizzando le matrici naturali, storiche, culturali e socio-economiche che hanno portato al paesaggio odierno, ed i processi attualmente in atto.
Una seconda parte raccoglie, invece, contributi diversi su “Opere e progetti”, spingendosi in molti casi fino alla scala architettonica.
L’ultima parte è, infine, dedicata a “Territorio e sistema delle acque”, anche in questo caso “giocando” su scale differenti.
Questa eterogeneità, all’apparenza spiazzante, mostra, tuttavia, la complessità e la ricchezza di sguardi con cui può e deve essere affrontato il tema Sud Milano.
“Il territorio è opera immensa e antichissima. Processi naturali e interventi umani vi si sovrappongono e intrecciano sino a non poterli distinguere”, afferma nel suo saggio introduttivo, Daniele Vitale, che nella presentazione spiega: “Abbiamo cercato di costruire un confronto tra punti di vista il più possibile ampio”. Questo studio, dunque, “vuole ridare profondità di storia ai problemi del territorio, ponendoli nella prospettiva del tempo e nella lunga durata”.
Il volume si propone dunque di far dialogare tra loro gli elementi “persistenti” con i nuovi interventi sul territorio, spesso realizzati come enclave, secondo “la logica dell’isola monofunzionale, non solo poco o nulla connessa con il territorio su cui è calata, ma spesso connessa malamente, per debolezza delle infrastrutture, anche con la città da cui dipende, e da cui, in qualche caso è stata espulsa” (Attilio Pracchi). Interventi espressione di un presente che (con la forte crescita residenziale, produttiva e infrastrutturale) “rappresenta una svolta, meglio una contraddizione, in un processo storico fino a quel punto coerente”.
Il tema non è tanto, ricorda Franco Sacchi, direttore del PIM, quello di rifiutare in toto questi processi, quanto quello di comprenderli nelle loro dimensioni di rischio e di opportunità e provvedere a un loro vaglio selettivo: “se sono attendibili nuovi insediamenti nel sud Milano, meglio sarà predisporsi a buoni progetti che tentare di negarne la necessità” (come ribadito poi da Franco Aprà).
E proprio su questo tema, quello del buon progetto, il libro presenta forse la sua forza, insieme alla fragilità di alcuni esiti.
Gli autori ripercorrono, infatti, una serie di interventi più o meno recenti (dal caso di Metanopoli, realizzato a partire dagli anni Cinquanta, ai molti edifici pubblici degli anni Settanta, fino ad architetture del decennio appena passato e a progetti da realizzare): ne esce una sorta di “catalogo” di linguaggi e stili, che in qualche modo dialogano, o non dialogano, con gli elementi costitutivi di questo paesaggio (un territorio costituito nei secoli dalla rete delle abbazie, delle grandi cascine della bassa, dei manufatti per l’agricoltura, ecc.).
Fragilità perché il campionario degli interventi e il giudizio su di essi è certamente ancora parziale (come potrebbe essere altrimenti?); forza perché propone di rimettere al centro della costruzione del territorio e della pianificazione di area vasta la questione della qualità dell’architettura e della sua capacità di costruire paesaggio.
Un altro merito del testo è quello di porre attenzione, spesso purtroppo sottovalutata nella pianificazione, al sistema delle acque: un elemento ovviamente imprescindibile per questa porzione dell’area metropolitana e forse quello che più lo caratterizza. Terra di risorgive, parte irrigua e fertilissima di quella pianura che “declina dalle catene dei monti e dalla corona dei laghi verso meridione e verso il Po”.
“La fatica costrusse le case, gli argini, i canali, le vie: se guardiamo al solo angusto spazio che giace fra Milano, Lodi e Pavia, perlustrando ad una ad una tutte le opere che ne sommossero la giacitura per meglio atteggiarla alle influenze delle acque e del sole, è poco il computare che in sì breve intervallo sia sepolto il valsente di mille milioni”. In questa conosciutissima frase che Carlo Cattaneo scrisse nel 1845, ripresa in questo testo, sta forse il nodo della riflessione che si interroga su quale futuro per questa area, nel rispetto delle fatiche stratificate nei secoli precedenti. Quali piani e progetti permettono di far dialogare una lunga tradizione con nuove esigenze e bisogni?
Un tema quanto mai attuale oggi, con la nascita della Città metropolitana, e con le decisioni che questa prenderà in merito al suo piano territoriale (che dovrà esprimersi anche in merito all’equilibrio tra le diverse funzioni), al governo delle acque, ai destini del Parco Sud.
Il testo è corredato da un ricco apparato iconografico (tra cui ricordiamo le belle immagini di Stefano Topuntoli; vedi sotto), a cui si aggiungono gli apparati finali (bibliografia ragionata, indice dei luoghi, indice dei nomi, ecc.).

Autore

Francesca Floridia
Dottore di ricerca in Composizione architettonica e docente al Politecnico di Milano presso la Scuola di Architettura. Tra i suoi libri: Giuseppe de Finetti, (1892 – 1952). Architettura e progetto urbano, che ha curato con Daniele Vitale.

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