La Storia del PIM

La nascita del piano intercomunale milanese

1955-1958
Esplosione metropolitana verso i comuni della cintura esterna

L’amministrazione comunale di Milano inizia ad avvertire i primi sintomi dell’esplosione metropolitana verso i comuni della cintura esterna. Vengono instaurati rapporti diretti con il Mistero dei Lavori Pubblici ed emerge l’idea della formazione di un Piano Intercomunale.

1959
Decreto del 28 febbraio:

il Ministro dei Lavori Pubblici Togni dispone la forma del Piano Intercomunale per l’area milanese, estendendo i confini a 35 comuni contermini, affidandone l’elaborazione al Comune di Milano.

1961
Si riunisce la prima Assemblea dei Sindaci

Il 5 novembre si riunisce la prima Assemblea dei Sindaci, comprendente i 35 Comuni individuati dal decreto ministeriale, che delibera la nascita ufficiale del PIM. Il PIM è retto da un’Assemblea dei Sindaci e da una Giunta esecutiva, avvalendosi, sotto il profilo tecnico, di un Comitato Tecnico Urbanistico e di un Ufficio Tecnico.

I primi passi

1963
“Linee programmatiche e obiettivi del Piano Intercomunale Milanese”

Viene deliberato all’unanimità dalla 7° Assemblea dei Sindaci del 17 febbraio il documento “Linee programmatiche e obiettivi del Piano Intercomunale Milanese”, che esplicita gli obiettivi strategici del PIM. Il 25 luglio viene presentato il primo Modello di Piano, meglio conosciuto come “Schema a turbina”.

1965
“Secondo Schema per il Piano Intercomunale Milanese”

Nell’aprile vengono presentate tre proposte di Piano: “Secondo Schema per il Piano Intercomunale Milanese” di G. De Carlo, S. Tintori e A. Tutino; “una proposta di sviluppo lineare” di M. Bacigalugo, G. Corna Pellegrini e G. Mazzocchi; “Metodo e strategie delle scelte” di M. Talamona.

1966
“Orientamenti operativi”

Viene presentata all’Assemblea dei Sindaci una proposta di Piano dal titolo “Orientamenti operativi”.

1967
“Progetto Generale di Piano del 1967”

Viene approvato all’unanimità dall’Assemblea dei Sindaci il “Progetto Generale di Piano del 1967”, elaborato dall’Ufficio Tecnico. Il Progetto Generale mira al contenimento dello sviluppo metropolitano e definisce alcuni standards urbanistici minimi da rispettare nell’elaborazione degli strumenti urbanistici comunali, anticipando di un anno il DM del ’68.

1968
Allargamento del PIM che passa da 35 a 94 Comuni

Con l’approvazione del decreto del Ministro dei Lavori Pubblici Mancini del ’67 si assiste all’allargamento del PIM che passa da 35 a 94 Comuni. Negli stessi anni il PIM si fa promotore della creazione del CIMEP (Consorzio Intercomunale per l’edilizia Economica e Popolare), dei centri scolastici medi superiori, della costituzione del Consorzio per il Parco Nord Milano e del Consorzio per il Parco delle Groane.

1969
“Ferrovie regionali per l’area metropolitana”

Viene presentata una proposta di Piano del Parco delle Groane e viene pubblicato “Ferrovie regionali per l’area metropolitana”, che approfondisce l’idea del Passante Ferroviario, già accennata nel Progetto generale di Piano del 1967.

1970
Regioni a statuto ordinario

Nascono le Regioni a statuto ordinario e con esse si riapre la discussione attorno al livello intermedio di pianificazione che coinvolge direttamente l’azione del PIM.

1975
Intercomunalità

Le LR 51 e 52 attribuiscono al livello comprensoriale compiti di governo dell’intercomunalità. Al PIM vengono affidati il Piano Socio-Economico e il Piano Territoriale Comprensoriale. Viene presentato all’Assemblea dei Sindaci la “Proposta di Piano Territoriale Comprensoriale per l’area milanese”.

La fase "comprensoriale"

1977-1978
Il Comprensorio si allarga a 106 Comuni

Con la piena operatività del nuovo organismo comprensoriale, il Comprensorio si allarga a 106 Comuni. I comuni hanno l’obbligo di sottoporre gli strumenti urbanistici generali e attuativi al parere del Comprensorio e di adeguare i propri piani al Piano Territoriale. Il PIM cambia nome in CSCM – Centro Studi per il Comprensorio Milanese e diviene la struttura tecnico-operativa del Comprensorio Milanese, con il compito di predisporre studi, ricerche ed elaborazioni di piano in ordine ai compiti istituzionalmente affidati al Comprensorio dalle LR 51 e 52 del 1975. Sono organi del PIM l’Assemblea dei Sindaci, formata dai Sindaci e dal Presidente della Provincia o da Assessori o Consiglieri loro delegati (ogni rappresentante ha diritto a un voto), il Comitato Direttivo, composto da 5 membri in carica del Consiglio Provinciale o dei Consigli Comunali dei Comuni aderenti, il Presidente, chiamato a presiedere Assemblea e Direttivo, nonché a rappresentare l’Associazione.

1981-1982
Piano di Sviluppo Agricolo, Piano Territoriale Comprensoriale, Piano Socio-Economico

Vengono elaborati e presentati: il Piano di Sviluppo Agricolo 1981-1990, il Piano Territoriale Comprensoriale 1981-1990 e il Piano Socio-Economico 1981-1990. La LR 23, a seguito di un referendum regionale, sancisce la chiusura dei Comprensori.

Di nuovo associazione

1988-1989
il PIM torna ad essere un’associazione volontaria di Enti Locali senza fini di lucro...

Chiusa la breve parentesi comprensionale, il PIM torna ad essere un’associazione volontaria di Enti Locali senza fini di lucro, modificando così, almeno parzialmente, natura, finalità e nome (Statuto del 1988, parzialmente modificato nel 1989). Il CSCM si trasforma in Centro Studi per la Programmazione Intercomunale dell’Area metropolitana, conservando la sigla PIM. Al PIM partecipano la Provincia di Milano, il Comune di Milano e 99 Comuni contermini. Sono organi dell’Associazione: l’Assemblea, costituita dai Sindaci e dal Presidente della Provincia o da loro Assessori/Consiglieri delegati (ogni rappresentante ha diritto a un voto, fatti salvi Comune e Provincia di Milano che, in relazione al loro “peso”, nominano ciascuno altro 4 rappresentanti);  il Direttivo, composto da 14 membri, 3 dei quali di diritto da scegliersi tra i rappresentanti del Comune di Milano e 3 da scegliersi tra i rappresentanti della Provincia di Milano; il Presidente, chiamato a presiedere Assemblea e Direttivo, nonché a rappresentare l’Associazione. L’attività del PIM, ritornato all’originaria forma associativa, ha per oggetto la promozione di studi e ricerche, generali e settoriali, utili alla programmazione e pianificazione intercomunale e provinciale.

Durante gli anni ‘90 e i primi anni 2000, l’attività del PIM si diversifica fortemente, a fronte di una domanda della Pubblica Amministrazione sempre più orientata alla pianificazione e progettazione operativa. Allo stesso tempo si amplia la “committenza” al PIM anche da parte di non soci (la Regione Lombardia soprattutto). Accanto ai tradizionali piani territoriali di scala provinciale, in questa fase il PIM elabora studi di pianificazione strategica e di area e  di riorganizzazione dell’assetto urbano e del sistema dei servizi. Allo stesso tempo acquisiscono sempre più rilievo i temi della pianificazione del traffico e della viabilità, della riqualificazione e potenziamento delle reti e dei servizi di trasporto pubblico e, soprattutto, i temi della pianificazione-progettazione integrata delle grandi  infrastrutture. Sul versante della pianificazione ambientale, accanto ai piani dei parchi dei parchi, si afferma un filone di lavoro volto alla predisposizione di progetti di tutela e valorizzazione paesistico-ambientale e allo sviluppo sostenibile.

A partire dalla metà degli anni ’90, il PIM riorganizza il proprio patrimonio conoscitivo e strumentale tramite una massiccia informatizzazione, attraverso la digitalizzazione del proprio archivio cartografico generale e dell’archivio Piani urbanistici comunali, oltre all’utilizzo di nuovi applicativi per la georeferenzazione della banca dati territoriale e socio-economica, dei progetti sulla rete infrastrutturale metropolitana e dei grandi progetti che interessano in quegli anni la regione urbana milanese.

1991
Rapporto preliminare al Piano Direttore Territoriale Provinciale.
1993
Piano Territoriale di Coordinamento del Parco Agricolo Sud Milano.
1997
Piano Territoriale d’Area Malpensa.
1998
Piano Provinciale della Viabilità; Il sistema dei servizi alla persona nella provincia di Milano; Piani di Settore del Parco Agricolo Sud Milano.
1999
Piano Strategico Nord Milano; L’abitare nell’area metropolitana milanese; La ciclabilità in Provincia di Milano.
1999-2001
Studio di fattibilità del sistema viabilistico pedemontano.
2000
Documento di Inquadramento delle politiche urbanistiche del Comune di Milano (collaborazione); Piano Generale del Traffico per la viabilità extraurbana.
2000-2004
Piano strategico Area Varesina.
2001
Piano territoriale provinciale di Novara; Piano di Settore del Parco di Monza; Progetto d’area Castanese; Piano Urbano della Mobilità di Milano (collaborazione)
2001-2005
Progetto Camminando sull’Acqua.
2002
Studio Progetto d’Area Sud Milano.
2002-2004
Master Plan Navigli.
2003
Proposta di Piano Quadro Consortile per l’Edilizia Residenziale Pubblica.
2003-2004
Studio di Impatto Ambientale del Progetto preliminare Tangenziale Est Esterna di Milano (collaborazione); Studio di Impatto Ambientale del Progetto preliminare Pedemontana.

La situazione attuale

2004-2005

L’Assemblea del PIM approva, nel 2004, una revisione generale dello Statuto. Nel 2005 lo Statuto, in vista dell’iscrizione del PIM nel Registro Regionale delle Persone Giuridiche, viene parzialmente modificato, senza intaccare l’impianto statutario recentemente ridefinito.  Il nuovo Statuto conferma  la natura di associazione volontaria di Enti Locali senza fini di lucro, a cui partecipano la Provincia di Milano, il Comune di Milano e 80 Comuni contermini. Anche sotto il profilo della composizione, dei compiti e della durata degli organi, il nuovo Statuto si pone sostanzialmente in continuità con quello del 1988-‘89.

Profondamente mutata appare invece la struttura della governance dell’Associazione. Ad un principio di rappresentanza “equipotenziale” (ogni socio è portatore di un voto in Assemblea, fatta salva la norma di “temperamento” che potenziava la rappresentanza del Comune e della Provincia di Milano), si sostituisce un modello di rappresentanza ponderato. Ogni Comune socio diviene infatti titolare di una quota associativa ogni mille abitanti o frazione di mille abitanti residenti sul proprio territorio. La Provincia è titolare di un numero di quote pari a 1/3 del totale. Con tale disposizione statutaria il Comune e la Provincia di Milano contano congiuntamente, in seno all’Assemblea, circa i 2/3 delle quote associative, mentre il rimanente terzo è coperto dall’insieme degli altri Comuni.

Il Consiglio Direttivo mantiene invece una composizione analoga a quella precedente: è composto da 14 membri effettivi tra cui il Presidente, 3 dei quali di diritto indicati dal Comune di Milano e 3 dall’Amministrazione Provinciale di Milano e i restanti eletti dall’Assemblea.

Anche la programmazione delle attività, da organizzarsi mediante programmi annuali, viene meglio precisata nelle sue finalità e nella sua articolazione (attività istituzionali a favore dei soci e attività accessorie di natura commerciale). A questo proposito, il nuovo Statuto prevede norme che regolano la valutazione preventiva di compatibilità delle attività PIM con gli orientamenti programmatici degli enti associati.

2005-2010

Nel corso degli ultimi anni, il PIM ha avviato molteplici attività, rafforzando particolarmente l’impegno verso quelle di carattere istituzionale, finalizzate ad affinare analisi e interpretazioni in ordine al territorio della regione urbana milanese e a coadiuvare gli Enti associati nelle iniziative di pianificazione e progettazione. In particolare, l’attività del PIM si è prevalentemente focalizzata sui seguenti assi:

  • coordinamento delle politiche e degli strumenti per la riqualificazione e lo sviluppo del territorio, insieme alla pianificazione urbanistica locale (piani territoriali di coordinamento provinciale, piani d’area, piani strategici, documenti di inquadramento urbanistico, piani dei servizi, piani di governo del territorio, programmi integrati, ecc.);
  • pianificazione-progettazione integrata delle grandi infrastrutture e della viabilità provinciale, insieme a pianificazione del traffico e della viabilità (Piani della Viabilità a livello provinciale e intercomunale, Piani della Mobilità, Piani della Mobilità ciclabile, Piani Urbani del Traffico, Analisi di traffico, Studi di fattibilità di infrastrutture stradali e di trasporto pubblico, ecc.);
  • pianificazione e progettazione in campo ambientale (piani dei parchi regionali e locali, pianificazione paesistica, progetti per il recupero e la valorizzazione dei beni storico-architettonici, studi di impatto ambientale);
  • studi su struttura e trasformazioni socio-economiche e territoriali della regione urbana milanese.

Lavori particolarmente significativi in questa fase sono stati i seguenti.

Urbanistica e territorio: collaborazioni al Piano Territoriale di Coordinamento della Provincia di Milano e alla relativa VAS, collaborazione al Piano Territoriale di Coordinamento della Provincia di Monza e Brianza, collaborazione al Piano di Governo del Territorio del Comune di Milano e alla relativa VAS, Sistema dei servizi di livello sovra-locale in Provincia di Milano; Piani d’area del Sud-Est, del Sud, dell’Abbiatense, del Castanese; collaborazione al Piano Territoriale d’Area Navigli; Piani di Governo del Territorio di Gaggiano, Trezzano sul Naviglio, Melegnano, Garbagnate, Carpiano e collaborazione ai PGT di Arese, Peschiera Borromeo, San Donato Milanese e Segrate; Piano dei Servizi di Cinisello Balsamo; VAS della Variante urbanistica dell’area Expo 2015; Variante al Piano Territoriale di Coordinamento del Parco Adda Sud e relativa VAS; Osservatorio Metropolitano Casa; Atlante del consumo di suolo in Provincia di Milano.

Ambiente e paesaggio: Atlante dei Parchi Locali di Interesse Sovracomunale in Provincia di Milano; Studio di impatto ambientale prolungamento linee M2 e M3; SIA integrativi Tangenziale Est Esterna di Milano; Analisi territoriali, paesistiche e ambientali del Progetto definitivo della Tangenziale Est Esterna di Milano, Variante al Piano Territoriale di Coordinamento del Parco Adda Sud e relativa VAS.

Infrastrutture e mobilità: Classificazione della rete stradale esistente nella Provincia di Milano; Studio di fattibilità della Gronda Ferroviaria Ovest; Piano della Mobilità di Lodi; PGTU di Arese, Cesano Boscone, Cesano Maderno, Novate Milanese, Solaro e San Donato Milanese; Studio di fattibilità per la riqualificazione funzionale e ambientale delle Vigevanesi; Gronda Ferroviaria Est di Milano: riassetto delle reti di mobilità e mitigazione dell’impatto; Analisi di accessibilità all’area Expo 2015; Studio di fattibilità del collegamento ciclabile Milano-Expo 2015.

Nel giugno 2001 è stata inaugurata una collana di pubblicazioni PIM dal titolo Argomenti e contributi nella quale vengono divulgati saggi su argomenti di attualità ed interesse riguardanti territorio, ambiente, mobilità, sviluppo socio-economico locale nella regione urbana milanese.

A seguito dell’adesione della Provincia di Monza e Brianza al Centro Studi PIM (dicembre 2009), l’Assemblea dei Soci (dicembre 2010) ha provveduto alla ridefinizione dell’assetto istituzionale dell’Associazione e alle conseguenti modifiche Statutarie.

Cos'è il Centro Studi PIM

Il Centro Studi per la Programmazione Intercomunale dell’area Metropolitana svolge attività di supporto operativo e tecnico-scientifico nei confronti dei Comuni associati e di altri soggetti pubblici.

Enti Associati

Il Centro Studi PIM è un’associazione volontaria di Enti pubblici locali. Ogni Comune Socio del Centro Studi PIM è titolare di una quota associativa ogni…

Organi dell'associazione

Assemblea dei Soci L’Assemblea dei Soci è costituita dai rappresentanti degli Enti associati, in persona del Sindaco di ciascun Comune e dei Presidenti delle Province…

La Storia del PIM

Sessant’anni di idee, studi e progetti che hanno accompagnato lo sviluppo socio-economico e territoriale  dell’area milanese.

Rendiconto e programma

Collana istituzionale di rendicontazione delle attività del PIM e sulla programmazione annuale, approvata annualmente dall’Assemblea dei Soci.

Struttura tecnica e sede

Accanto agli specialisti in materia urbanistica e territoriale operano esperti in economia regionale, viabilità e trasporti, pianificazione paesistico-ambientale, progettazione di SIT.